giovedì 18 novembre 2010

l'invidia




il "testo":

Testamento:

Mentre guardiamo le vetrine
le tue battute al vetriolo
esplodono nel cantiere, nei fondi di ghisa
delle betoniere. Usciamo a prendere
altri sacchetti da mangiare, altri surgelati
altri surrogati, altri punti fermi anzi fermati
ai posti di blocco, ai posti di sbocco. I nostri saldi principi
prelevati al discount. E i punti di sutura
sulla tua patente emotiva.


Guarda che bel cellophane c'è oggi.
Tu sei oro colato, sei reticolato per i miei spazi abusivi.
Sei la fissazione, la fissione nucleare. Dove iniziano i miei motel emotivi.
Costruiremo contenitori di plastica per contenere il riso.


Parliamoci ancora
lungo le nostre emittenti monolocali
le valanghe radio, illuminiamoci come punti nei radar.
Troviamoci ancora nelle stanze, nei vasi comunicanti
nei nostri pianti.
Sballiamoci, sbagliamoci ancora
compiliamo le mappe delle nostre raffinerie
dei nostri risvegli industriali.


Abbracciami le costole ad ogni costo
su un intercity troppo scomodo
abbraccia le mie rampe circolari
i miei corsi tangenzialiiii


Mentre la pioggia ci sorprende
sulla strada dell'IPERCOOP
e per non scivolare ti dico "be careful, be Carrefouuuuuur"


Non avere paura delle gru altissime intorno ai nuovi immobili
e noi immobili intorno alle grafie indecifrabili
sulle fiancate devastate dei treni più isolati
degli isolati più tremendi, dei soldi che spendi
ai distributori automatici, nei centri anestetici
nei centri anesteticiiiiii.


Sediamoci vicino con i sedativi
sentiamoci ancora
un po' meno vivi


Sediamoci vicino con i sedativi
sentiamoci ancora
un po' meno vivi


Nanananananana nanananananana


un po' meno viviiiiiii


un po' meno viiiiiiiiii


Quando hai visto crescere i palazzi come figli
e il cemento nei cortili, mentre eravamo svegli


Quando hai visto muovere le pareti della cantina
dove cantavamo, dove l'eroina
ci rendeva meno scontenti, ci rendeva deficienti
dove l'importante era trovare la vena
artisticaaaaaa.


Mi baci nella luce
di un portone automatico, mi baci ad un cancello
mi baci e io non
CANCELLOOOOOO


E mentre spingo il mio Diaframma, quasi a farmi scoppiare un Dente
Ripensiamo ai cieli Bianconi, come lupi strafatti e Agnelli dopati
Mentre muovi i tuoi Ferretti su sciarpe bioniche e Canali di scolo
E la tua faccia troppo Verdena per essere vera, per essere vera
Il rumore incessante dei Bachi da Pietra, una Subsonica di mille Uoki Toki
alzati contemporaneamente al Massimo Volume.


Non guardarmi con quegli occhi
dal pullman già lontano, dalla neve sciolta
che occupa Milano
non occuparti ancora
di quel tuo cuore strano
se io ti dico CONTAGIAMI, tu prendimi la manoooo


e i nostri vuoti comici, i nostri vuoti cosmiciii, i nostri vuoti alcolici
e i pali della luce, e i poli della terra
e l'effetto seraaaaaaaaaaa


E mostrami le foto a bassa risoluzione delle tue vacanze al mare
per dirti ancora: "non sei risoluta"
e elencami le diapositive
delle tue vacanze amare, sempre meglio che le foto di facebook
le facce marroni ad 8 mpx
le fotocamere digitali con il sudore incorporato


Perciò perdonami se rimpiango i tornanti precedenti
quando eravamo assenti
e seguivamo le Orme di chi Mirò i Giardini
lontano dai gradini
di ferro Battiato, dalle urla dei vicini, dai tunnel nello stomaco
dai Punkreas sfibrati, dai giorni contati
per noi New Troooooolls.

e la Gazosa invece
ce la dava nostra zia
per affacciarci di ritorno sul cavalcavia
e galleggiare come pieni di Elio, a quota Zero
sui fari delle automobili, sui nostri sbagli
sulle luci dei Navigli, sui Baglioni notturni
prima di lanciarci a capofitto
nei nostri Assalti Frontali,
nelle nostre fonti, mimetizzati sulla strada
come Camaleontiiiii


E NON TI HO DETTO MAI GRAZIE, NONNA
PER AVERMI CRESCIUTO
NON TI HO MAI DETTO GRAZIE, NONNA
PERCHE' ERO SORDOMUTO