martedì 27 settembre 2011

errori sperimentali

mia nonna si lamenta che la tv è un grosso casino. grazie alle sapienti mani del suo elettricista, quella presa le ha fatto fuori due schermi, non uno solo, e ora ha un bell'apparecchio full hd e il prossimo switch off potrebbe dare il colpo di grazia alla sua sanità mentale (lei, che guarda solo primo, secondo, terzo, qualche volta 4 e 5, il 6 mai e il 7, ma, credo, quando i suoi bioritmi di ottuagenaria sono in congiunzione).
in un recente volo da un aeroporto qui vicino a quello di una grossa isola del mediterraneo, i passeggeri sostengono di averci impiegato mezz'ora meno del previsto.
un fascio di neutrini ci ha messo qualche dieci alla meno 16 secondi in meno di un fotone nel vuoto a farsi ginevra-l'aquila. progettando di questi esperimenti, naturalmente sistemare gli orologi come suggeriscono einstein e compagnia relativa è la prima cosa da farsi. le cause possono essere tante, compreso il fatto che non sappiamo bene certe cose su questa roba, magari hanno massa immaginaria, chi può dirlo? o davvero, il pianeta è stato investito da un'onda gravitazionale. oppure il rivelatore si è spostato di qualche metro in avanti, quei laboratori abruzzesi sono belli grossi.
di sicuro, stando a come ci si può sbagliare a digitare (e diramare) un comunicato ministeriale, potrebbero aver trovato poco traffico nel tunnel, qualche volta i semafori sono tutti verdi e hai spazio per superare i camion.
sicuramente questo non fermerà il funzionamento degli oggetti tecnologici, al massimo dovremo riscrivere qualche capitolo di qualche libro, girare nuovi documentari e far rifare un sacco di calcoli e dare una registrata a certi titoli accademici. ma tutto ci avvicina al nostro vero obiettivo




mercoledì 21 settembre 2011

pensare alla famiglia

oggi come oggi, una condizione necessaria per sfangarla è saper fare il proprio lavoro. certo, tutto sta a vedere qual è. ma qualcuno è così bravo da averne un paio, anzi, di più, e cosa c'è di meglio in questi casi di una sinergia tra essi? prendiamo il nostro proprietario, ad esempio, lui presiede il consiglio dei ministri della repubblica, possiede aziende di vario tipo, prevalentemente proiettate nel campo dell'informazione e della comunicazione. naturalmente questa è un'aberrazione e per rimediare le ha girate ai figli, ma trattandosi di politico che ha a cuore i valori della famiglia (pure delle famiglie delle prostitute, sì), non può non pensare alla propria prole quando espleta le proprie funzioni. certo, il piersilvio è a posto, mediaset durerà ancora qualche anno, basta affossare un altro po' la rai e sarà sufficiente un palinsesto da decerebrati; la sorella invece con tutti quei libri è un po' nei guai, oltretutto per sistemarla, il papi ha dovuto compiere delle azioni poco lusinghiere e recentemente gli è toccato risarcire chi aveva fatto le cose meno sporche, ma ormai c'è poco da fare, marina è un'editrice e giustizia è stata fatta.
ma l'amore paterno è stato manifestato nella maniera che contraddistingue un'intelligenza tale da giustificare l'accentramento di potere in un unico paio di laide mani. infatti, con un popolo che non se la passa bene, è ovvio che l'aumento di certe tasse orizzontali non sia una strategia attuabile senza un contraccolpo nei consumi, ma badiamo bene, è stata aumentata solo l'iva della fascia alta dei prodotti. possiamo spendere i pochi soldi che abbiamo a disposizione in roba tipo libri e giornali, e vuoi vedere che non andiamo a portare due soldini pure a marina?

lunedì 5 settembre 2011

strumenti

l'uguaglianza è un obiettivo che i più pigri come i romantici pongono al di là di uno streben, in modo da potersi lamentare che sì, vabè, è lì, ma per colpa di questo o quel limite (pur con tutto l'eroismo), sono costretto a continuare a sognarmela; ed è così che nascono i titani. certo, ora è l'ugugalianza, altrimenti è il confine della sassonia, ora una giovane tutta trine e merletti (ma guarda che la sorella è più disponibile), ma lo streben rimane quel che passa il convento. eppure oggi, anzi, da qualche decennio, stando alle parole vergate nella costituzione, abbiamo un'intera repubblica che deve provvedere a collaborare con chi vuole e può alterare, tipicamente in meglio, certe proprie condizioni nella società. cosa che, una volta conseguita, potrebbe rivelarsi vantaggiosa per la società stessa, a meno di non aver aiutato un figlio di buona donna, ma facciamo ancora finta di essere in un ambito di eroismo, ancorché postmoderno, perché il languore è un lusso che non possiamo più permetterci, abbandonando l'800 l'abbiamo dovuto gettare via insieme a quei baffi fantastici (il proverbiale bambino) e ai pantaloni alla zuava (l'acqua sporca).
bene, tra i vari servizi che potrebbe rendere la repubblica in funzione degli articoli che propugnano le direttive per rimuovere gli ostacoli che il caso pone tra noi e l'uguaglianza, se ne potrebbe inserire uno decisamente appropriato alle novità che questa estate declinante ci può riservare. per farla breve, prima di spirare ignorato come uno zio solitario e lontano, lo stato sociale potrebbe darci un'ultima soddisfazione (delle pur poche che ci ha concesso): chi dimostra di non raggiungere un certo reddito (condizione che, si ricorda, potrebbe tagliare fuori dal percorso verso l'ugugalianza), ha facoltà di girare armato. niente di eccessivo, nessuna arma da fuoco, diciamo che, in funzione delle aspirazioni e delle caratteristiche di tali cittadini meno fortunati, si può mettere a disposizione una gamma di lame che vanno dal taglierino a certi coltellacci che in assassin's creed completano l'arsenale. sì, sono meglio le spade, si intonano meglio a quel mantellino, ma pure il coltello, usato come si deve, dà ai vari seguaci del credo una certa voce in capitolo. si sancisce per i più indigenti la sola facoltà di portare tale arma, mantenendo le norme del codice penale che naturalmente tutelano le vittime di violenza e puniscono chi esercita tale violenza. ma nel momento in cui questo o quel padrone incontri qualcuno che non naviga nell'oro di notte o sul posto di lavoro, penserà bene che non è l'unico ad avere qualcosa da temere.
e, data la vocazione istituzionale e civile di tali strumenti di agevolare ai loro portatori la strada per certi diritti, l'uso verso altri poveri sarà spaventosamente inferiore alle previsioni di chi cela il terrore per come funziona la democrazia dietro a una cortina di falso buonismo.