lunedì 24 giugno 2013

avatar

[disclaimer: i meccanismi satirici di questo blog non contemplano la attribuzione di cariche non reali ai personaggi di cui si fanno i nomi, al massimo si rielaborano titoli, ma la sostanza rimane quella. se l'esposizione della verità è di per sé esilarante, ce la si deve prendere con la realtà, non con chi non ha bisogno di impegnarsi per far emergere il ridicolo da essa]

nell'attesa spasmodica della sentenza del ventennio c'è la sintesi di una società che non gode di buona salute né di buona reputazione. ci hanno convinti a pensare che un problema fosse in realtà una soluzione, ma soprattutto che certe soluzioni (pronte da barrare su una scheda elettorale per esempio) non fossero tali. è a questa stortura non sociologica ma proprio psichica che andrebbe fatto il processo. ma facciamo un passo indietro e guardiamo ai nudi fatti: oggi forse si scriverà la prima parte dello spiegone del capitolo finale di questa storia lunga e tormentata. e per nulla avvincente, fra l'altro, con conflitti portati avanti stancamente, personaggi stereotipati e tagliati con l'accetta se non proprio scopiazzati dai simpson.
per cui, alla prossima dichiarazione che verrà rilasciata dopo la sentenza ancora non pronunciata (non è l'oggetto del post, ma solo un pretesto), offro un asso da giocare al senatore maurizio gasparri, che è il più simpatico della compagnia: in tanti anni di maggioranza assoluta, di dominio incontrastato (o mal contrastato) della corte del cavaliere, se proprio si voleva fare un colpo di mano, si sarebbe potuta istituire la trasferibilità della responsabilità penale su un simulacro, un vassallo, un samurai. un avatar. e invece no, loro che potevano non l'hanno fatto. ma gli auguro che l'abbiano almeno pensato, o sarebbe proprio disonorevole essersi fatti infinocchiare da gente così qualunque

venerdì 15 febbraio 2013

inopportunità

l'infrazione soprattutto del secondo comandamento da un po' di tempo a questa parte pone nell'ambito della prevedibilità il contenuto gaudioso del post. prevedibilità che con la diffusione delle notizie in quella che un tempo era chiamata blogosfera  (un termine del cazzo pure quando era in auge) è stata confermata presso gli organi più autorevoli di chi si manifesta avverso al clericalismo e al clero in sé come istituzione.
e non vale la pena concentrarsi sulle ipotesi riguardo al futuro di un ente che sa benissimo che strada imboccare, che ha saputo stupirci con mosse dalla disarmante banalità. la curiosità può rivolgersi al destino personale di un uomo che è riuscito a non cambiare nulla nella chiesa (apparentemente) da lui capeggiata, forte di infallibilità e indefettibilità che neanche un gerofante epico, il cui unico merito è stata l'incapacità di insabbiare certi comportamenti riprovevoli e illegali su tanti livelli. oppure, perché amiamo la sensazione dei peli alla base del collo che si drizzano come fisiologica reazione alla presa di coscienze di un pericolo, ha scelto di mostrarci quelle cose indegne mentre era impegnato a tacerne altre ben più raccapriccianti a cui avremmo potuto rispondere con torce e forconi. ma di tali strumenti ci si avvarrà, inevitabilmente, quando i creditori verranno a bussare ai nostri confini e per avere indietro le pensioni delle nonne, i redditi sociali che andrebbero garantiti a chi non lavora, le tredicesime erogate da contratto, gli stipendi di medici e insegnati incaricati di insegnarci e guarirci, o viceversa, e pure i quattrini del tg1. che l'amore per la chiesa sia in effetti per le architetture preziose e dolorose da veder spogliate di arredi e stucchi che spetterebbero automaticamente di diritto a chiunque vedesse sottratti i propri diritti?
non va esclusa un radicale ripensamento modulato sui toni dell'astuto politico (perché un po' di credito si deve concedere al vecchio bavarese, su): vivere nascosto, come ha dichiarato ieri come ennesimo annuncio-shock è l'intento degli epicurei, da sempre riconosciuti come i nemici della religione con tutti i loro atomi e le loro pance piene. sì, d'accordo, anche i loro dei così perfetti e atarassici da fare come se non ci fossero. e poi questo.