mercoledì 24 marzo 2010

atonement (o grazie, paola)

la tua figura si staglia controluce al tramonto, e i raggi di sole giocano con le pieghe dei capelli, inviando a ciò che i nostri sensi si limitano a capire nient'altro che una vaghissima idea delle meraviglie celate della tua anima. e, ora che il telefono è ancora caldo della mia presa appassionata ‒ perché la tua sola voce mi fa ardere di desideri indicibili ‒ mi accorgo di quanto sia vuota la mia vita. e le tue parole... puro nettare di cui mi abbevero per le orecchie, ma che, sono convinto, va ad irrorare anche le anime più impermeabili alla verità. quelle promesse, quelle rassicurazioni, quell'aprire gli occhi al mondo e vederlo com'è in realtà: un'opportunità da cogliere solo svoltando un angolo, avendo il coraggio di allungare la mano verso un frutto che nessuno ci proibisce, solo paura. e quindi dico sì, è vero, era così semplice, ma è nella tua semplicità che risiede la tua grandezza, come abbiamo fatto a non pensarci prima? la felicità è qui, basta lo sforzo, ma neanche, basta pensare e essere pronti ad accoglierla. basta il coraggio di non avere paura.

ci voleva tanto? se suona il telefono, rispondi. se ti va bene è la binetti che ti promette di risollevare il cuore dello stivale con una fabbrica di cilici a todi (la tradizione è la tradizione), basta che voti lei e il suo compare

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