mercoledì 19 maggio 2010

innanzitutto

innanzitutto non siamo in afghanistan per fare alla guerra, casini l'ha detto chiaramente e lui è un'autorità internazionale a riguardo, provate a chiedere alla merkel. ora, la russa sarà interista, ok, come se già essere la russa non costituisca motivo sufficiente di desolazione, ma non gli basta, è anche così porco e gode così tanto a sapere che l'articolo 11 è stato ignorato e deriso più di un secchione asmatico dai suoi compagnetti fichi in piscina il 25 luglio, che dichiara senza mezzi termini che siamo in afghanistan per combattere. e crepare. con tutto il rispetto per i porci: almeno loro, pur vivendo nelle proprie scorie, producono cibo e pezzi di ricambio.
bene, cioè, male. come si reagisce al martirio di due disgraziati la cui opportunità migliore era quella di farsi mandare a 4000 km da casa a sparare a altri disgraziati che hanno la colpa di non condividere il merito e il metodo di un'invasione fatta per motivi occulti? ovvio, gli dai un carro armato ancora più peso. e lo chiami "freccia" perché è corazzato e va piano, esattamente come una freccia (ma ci hai mai giocato a warcraft?).
come se non si sapesse che basta più esplosivo di prima per trasformare un blindato più blindato in una bara. già, ma l'esplosivo costa caro. ah, no, costano cari gli stipendi dei pezzi grossi, l'esplosivo se sei povero lo fai con prodotti chimici a portata di tutti ma vedrai che un accordo sul pagamento si trova con l'industria bellica.
ma il vero motivo per cui non siamo in guerra è un altro: l'urbanistica e i palazzinari stanno producendo nuove strade e senza martiri saremo costretti a intitolare le nuove vie a calderoli, almirante, veltroni, gentiloni e craxi. è un sacrificio per noi pacifisti, ma sapremo che i nostri ragazzi così non saranno morti invano.

Nessun commento: