lunedì 17 gennaio 2011

serendipità

i periodici di annunci sono uno specchio impietoso della società. rappresentano l'area su cui insistono tramite un mercato di beni e servizi diretto e non convenzionale, specie per l'usato, ma che testimonia una serie di bisogni scevri dalle metafore della pubblicità. se voglio vendere la mia vecchia telecamera vhs (è un esempio campato per aria tranne nel caso in cui qualcuno la voglia comprare), avrò a disposizione 255 caratteri per manifestare la mia volontà di convertire quello spazio nell'armadio, quella polvere che accumula e quel pensiero che essa costituisce per lo scarso utilizzo che ne ho fatto, in qualche decina di euro. nel caso in cui un lettore troverà interessante la proposta (quattrini in cambio di apparecchio per l'immortalità di un evento percepibile attraverso lo spettro visibile e al massimo infrarosso o qualunque sia il funzionamento dell'efficiente zero-lux), avrà modo di contattarmi e entrambi avremo realizzato un proposito sul cui valore e sulle cui conseguenze in termini di felicità non mi sento di dire nulla. la scarsa pietà proviene dalla qualità degli articoli proposti; si può immaginare che qualcuno abbia un nuovo bene e ritenga che quello vecchio abbia ancora qualcosa da dare a un proprietario più adeguato, ma l'affare capita raramente, piuttosto ci si accontenta, in conformità all'atmosfera di apparente neutralità del contesto. e poi c'è chi, pur di avere i mezzi per occupare un posto nel mercato acquista il periodico ad ogni uscita spulciando e selezionando gli sconfortanti segnali delle aziende. non si può credere che tutto l'apparato produttivo della regione sia soddisfatto della qualità e del numero proprie maestranze, dei quadri e dei burocrati, né che la cosa sia reciproca. ma a guardar bene sembra proprio che abbiamo soltanto enormi magazzini caotici o peggio ancora vuoti e un paio di torni inoperosi. sì, c'è qualche licenza di autocad senza utente, ma per essere il principale veicolo di informazioni lavorative sul territorio, pure qui abbiamo un quadro della società a dir poco deprimente.
infine troviamo dei geni. non quelli che scrivono le perifrasi per promuovere donne nate in corpi anche più maschili di molti altri o ragazze più o meno di qualità che intrattengono anziani signori più o meno danarosi, ma i veri motori delle fantasie di chiunque. esseri che adoperano strumenti arcani come fermo posta, utilizzano codici alfanumerici non euclidei e sopravvivono alla vedovanza, alla disabilità, alla detenzione o chissà a quali segrete onte veramente oscure e profonde da tenerli ancorati a situazioni e mezzi che hanno un sapore classico, non stantio, ma sicuramente rodati da una quantità di lustri che rende la stessa unità lustro poco sintetica. avranno davvero il polso della situazione? saranno spaventati dal recente passato (non dal futuro, perché ammettiamolo, un social network è già roba di cui ha parlato il tg2), semplicemente incompetenti o vorranno al loro fianco qualcuno che come loro conosce quel codice e che in parrocchia, al centro sociale, in un bar o ai balli di gruppo non può trovare? sì, conoscere e usare una casella postale è una forma di selezione e di dedizione e magari è questo che si cerca, insieme al brivido di uscire di casa per verificare se qualcuno ha davvero raccolto e apprezzato la richiesta di rimedio alla solitudine o alla noia confidando nell'anonimato della comunità.
ma il senso è un altro. cosa succede se voglio comprare una motozzappa e mi ritrovo una notte con un trans con tutti i comfort? il mio fondo agricolo sarà stato comunque debitamente preparato alla semina? o sentimenti e necessità di altro tipo mi faranno abbandonare quello da cui invece potrebbe dipendere una serie di benefici complessivamente anche superiori? o (credo che sia la situazione ideale) avrò sia un'aratura migliore che una nuova compagnia? si possono speculare queste e molte altre cose da una scrivania, con tastiera e fili che portano dappertutto, ma chiunque abbia il vigore titanico di condurre un'inchiesta che prende le mosse da queste considerazioni potrebbe produrre conclusioni di valore e rappresentare una realtà che è capillare e perciò "piccola" ma non per questo trascurabile.

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