lunedì 5 settembre 2011

strumenti

l'uguaglianza è un obiettivo che i più pigri come i romantici pongono al di là di uno streben, in modo da potersi lamentare che sì, vabè, è lì, ma per colpa di questo o quel limite (pur con tutto l'eroismo), sono costretto a continuare a sognarmela; ed è così che nascono i titani. certo, ora è l'ugugalianza, altrimenti è il confine della sassonia, ora una giovane tutta trine e merletti (ma guarda che la sorella è più disponibile), ma lo streben rimane quel che passa il convento. eppure oggi, anzi, da qualche decennio, stando alle parole vergate nella costituzione, abbiamo un'intera repubblica che deve provvedere a collaborare con chi vuole e può alterare, tipicamente in meglio, certe proprie condizioni nella società. cosa che, una volta conseguita, potrebbe rivelarsi vantaggiosa per la società stessa, a meno di non aver aiutato un figlio di buona donna, ma facciamo ancora finta di essere in un ambito di eroismo, ancorché postmoderno, perché il languore è un lusso che non possiamo più permetterci, abbandonando l'800 l'abbiamo dovuto gettare via insieme a quei baffi fantastici (il proverbiale bambino) e ai pantaloni alla zuava (l'acqua sporca).
bene, tra i vari servizi che potrebbe rendere la repubblica in funzione degli articoli che propugnano le direttive per rimuovere gli ostacoli che il caso pone tra noi e l'uguaglianza, se ne potrebbe inserire uno decisamente appropriato alle novità che questa estate declinante ci può riservare. per farla breve, prima di spirare ignorato come uno zio solitario e lontano, lo stato sociale potrebbe darci un'ultima soddisfazione (delle pur poche che ci ha concesso): chi dimostra di non raggiungere un certo reddito (condizione che, si ricorda, potrebbe tagliare fuori dal percorso verso l'ugugalianza), ha facoltà di girare armato. niente di eccessivo, nessuna arma da fuoco, diciamo che, in funzione delle aspirazioni e delle caratteristiche di tali cittadini meno fortunati, si può mettere a disposizione una gamma di lame che vanno dal taglierino a certi coltellacci che in assassin's creed completano l'arsenale. sì, sono meglio le spade, si intonano meglio a quel mantellino, ma pure il coltello, usato come si deve, dà ai vari seguaci del credo una certa voce in capitolo. si sancisce per i più indigenti la sola facoltà di portare tale arma, mantenendo le norme del codice penale che naturalmente tutelano le vittime di violenza e puniscono chi esercita tale violenza. ma nel momento in cui questo o quel padrone incontri qualcuno che non naviga nell'oro di notte o sul posto di lavoro, penserà bene che non è l'unico ad avere qualcosa da temere.
e, data la vocazione istituzionale e civile di tali strumenti di agevolare ai loro portatori la strada per certi diritti, l'uso verso altri poveri sarà spaventosamente inferiore alle previsioni di chi cela il terrore per come funziona la democrazia dietro a una cortina di falso buonismo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

mi sembra una soluzione ragionevole, dal momento che si deve pur iniziare da qualche parte ad abbattere questi ostacoli. solo aggiungerei una cosa.proporrei di usare lo stesso strumento anche nei confronti del politico, sopratutto se sedicente vicino al povero. in questo modo risolveremmo anche il problema della responsabilità politica e della reale rappresentanza in parlamento.

d r o s s ha detto...

non si può tuttavia essere indulgenti con coloro i quali abusano di certe facoltà, ma possiamo riflettere ulteriormente sul modo di trarre vantaggio da questo strumento: questo diritto è infatti sufficiente a suscitare il rispetto di chi ne gode senza un'esplicita esibizione, dato che accorcerebbe le distanze tra il dubbio e una ragionevole (e sanguinaria) certezza dell'esercizio (sbagliato e censurato, ça va sans dire, ma pur sempre attuabile) di esso in luoghi come le budella, la carotide o zone meno vitali ma che con una cicatrice ci perdono assai.
è pure indubbio che vadano ridimensionati certi privilegi eccessivi di chi ci comanda, pareggiandoli con esempi riscontrabili altrove e si possa manifestare indulgenza con chi si accolli, al posto della giustizia, la responsabilità di stabilire veracità e entità delle colpe della nostra classe dirigente e esegua pure la pena.
certo, ragionando come chi inevitabilmente non si trovi d'accordo con questa proposta, si potrebbe pensare che armare i poveri sia solo un modo di organizzare la rivoluzione, ma laddove si è veramente responsabili, è sufficiente risolvere emancipando tutti da quelle condizioni che fanno scattare il nuovo diritto. che sia a serramanico o no.